Jens Galshiot
Il Bodypaniting è stato il primo di una serie di progetti in cui più materie vengono mescolate per ottenere risultati formativi. Le classi di Musica, Arte e Design e Film e Media hanno lavorato insieme: gli studenti di Musica hanno scritto e registrato la colonna sonora, gli “artisti” hanno dipinto i corpi nudi (o quasi) di alcuni studenti volontari, il team di Film e Media ha ripreso, editato e montato il tutto per produrre un documentario.
La visita alla Galleria Glashiøt è stata qualcosa di inspiegabile: un posto fatto di statue non finite, parti e pezzi di opere varie, ammassi di manichini, piccole e grandi opere finite, oggetti in esposizioni, sculture in lavorazione. Insomma un caos, ma sensato ed affascinante.
Abbiamo potuto ammirare (pagando l’artista, per sua richiesta, con appena tre casse di bibite gassate) tutte le opere che hanno reso Jens Glashiøt famoso, quelle che lo hanno fatto odiare e bandire da diversi Paesi del mondo, quelle che lo hanno fatto diventare una voce controcorrente dell’arte ma anche della politica internazionale. Jens si è anche presentato, apparendo per qualche minuto nell’atelier per salutarci: poi è svanito nel nulla lasciandoci nella mani dei suoi allievi
Ho anche così scoperto la firma dietro un’istallazione che avevo potuto ammirare a Dicembre a Copenaghen, durante una gita turistica nella capitale insieme a mia sorella.
Il mondo è piccolo e la Danimarca ancor di più.